John Neumeier al Teatro dell'Opera di Roma

(20/09/2000) di Rita Galdieri
Al Teatro dell'Opera di Roma, per la stagione del Grande Giubileo 2000, venerdì 22 settembre e Sabato 23 settembre alle ore 20,30 arriva da Amburgo il grande coreografo John Neumeier con il balletto intitolato "MESSIA" su musica di G.F. Haendel e Arvo Part. Coreografato dallo stesso, e danzato dalla sua Compagnia THE HAMBURG BALLETT.

John Neumeier è considerato uno dei più interessanti coreografi contemporanei e arriva per la prima volta a Roma. Americano del Wisconsin, formatosi negli Stati Uniti e poi in Europa con solide basi nella tecnica classica, è stato a lungo collaboratore di Joku Cranko, grande danzatore contemporaneo.

Dal 1973 è direttore del Balletto di Amburgo con cui ha presentato molte delle sue principali creazioni, alcune delle quali riletture di celebri balletti, altre libere coreografie ispirate al repertorio classico. e' il caso anche del "Messia", un oratorio composto da Haendel nel 1741 e basato su episodi dell'Antico e Nuovo Testamento per narrare la vicenda di Cristo.

L'oratorio descrive non solo la Passione di Cristo ma, tratta anche delle sofferenze di tutta l'umanità. Collegare il Messia con drammi attuali quali il Kosovo, la tragedia della Turchia, pensare in situazioni disperate che abbiamo bisogno di una consolazione.

Dice John Neumenier: io vivo nel presente e non posso isolarmi da ciò che accade oggi agli uomini. Voglio farmi influenzare e guidare da queste sensazioni, affinchè un'opera diventi viva, il suo significato diventi attuale e riesca a toccare i nostri animi. Leggendo attentamente tutto il testo del Messia si trovano molti aspetti problematici. Bisogna fare il possibile per chiarire la Redenzione che si deve ancora compiere è incompleta imperfetta, non finita. Per Questo motivo ho cercato un altro finale. Concludo il Messia di Handel con l'Alleluia, che in realtà è stato composto per il finale della seconda parte e finisco con l'Agnus Dei di Arvo Part che si conclude nella preghiera "Dona nobis pacem". Queste per me sono le parole determinanti, le uniche che possiamo pronunciare alla fine del Novecento.

Nel Balletto sono presenti 50 danzatori, non Hanno un ruolo ma nel corso della narrazione si nota che è Cristo, Maria, Giovanni Battista, ecc...

Nessun danzatore sapeva all'inizio il suo ruolo, molte volte i ruoli si riflettono e non si definiscono.

Anche i costumi sono di cinque epoche diverse quindi non sappiamo in che periodo siamo - nella musica non c'è dramma: nè la nascita di Cristo, nè la passione sono raccontate nei dettagli - si potrebbe dire che non c'è una storia, se non quella generale dell'umanità liberata dal Salvatore.

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