John Neumeier per la prima volta a Roma

(20/09/2000) di Renato Bossa

Considerato uno dei più interessanti coreografi contemporanei, John Neumeier arriva per la prima volta a Roma con il suo Balletto di Amburgo.

Americano del Wisconsin, formatosi negli Stati Uniti e poi in Europa con solide basi nella tecnica classica, Neumeier è stato a lungo collaboratore di John Cranko, una figura cardine della danza contemporanea. Dal 1973 è direttore del Balletto di Amburgo con cui ha presentato molte delle sue principali creazioni, alcune delle quali riletture di celebri balletti, altre (la maggior parte) libere coreografie ispirate a celeberrime partiture del repertorio classico. Spesso infatti Neumeier è stato attirato da pagine ben lontane dal mondo della danza: è il caso del Requiem cinquecentesco di Tom's Luis da Victoria che fa da colonna sonora al suo Don Giovanni, delle musiche di Mahler o della monumentale Passione secondo san Matteo di Bach coreografata nel 1981. A vent'anni quasi di distanza, con il Messia di Haendel presentato ad Amburgo nello scorso novembre, Neumeier si confronta di nuovo con un polittico di grandi proporzioni del repertorio barocco. Questo oratorio, composto nel 1741, si basa su episodi dell' Antico e Nuovo Testamento per narrare la vicenda di Cristo in uno spettacolare succedersi di brani vocali e strumentali (celeberrimo il coro che intona l' "Hallelujah").

Dopo l'incontro con il Bach della Passione, Haendel costituiva per Neumeier una sfida quasi obbligata. I due musicisti sono strettamente contemporanei (nati entrambi nel 1685), eppure sarebbe difficile trovare due compositore dalle caratteristiche culturali così diverse: Haendel affascinato dal mondo dello spettacolo e del teatro, Bach autore introversa religiosità. "

Istintivamente - ha detto Neumeier - mi sentivo più vicino a Bach, alla sua musica così profonda, e per questo così moderna. - Haendel aveva un po' troppo di barocco. Ma finisco col conoscere bene la musica solo quando la coreografo. S Ho pensato a un balletto su Cristo come liberatore, e sono rimasto affascinato dal potenziale coreografico contenuto nell'oratorio di Haendel. Alla fine piuttosto che stabilire se si tratti di musica " spirituale " o " teatrale " ho preferito mettere in rilievo gli elementi di religiosità che si trovano nel Messia, anche se in maniera più astratta che nella "Passione secondo Matteo " di Bach. A differenza di quest'ultima nel Messia non c'è dramma: nè la nascita di Cristo nè la passione sono raccontate nei dettagli. Si potrebbe dire che non c' è una storia, se non quella, generale, dell'umanità liberata dal Salvatore".

All'inizio e alla conclusione della sua opera Neumeier ha inserito due brani dalla Messa di Berlino di Arvo Pèrt un compositore èstone contemporaneo, particolarmente sensibile alle tematiche religiose: " Mi è sembrato che le parole dell' Agnus Dei "Dona nobis pacem" fossero il miglior congedo dal secolo e dal millennio."

Il Messia andrà in scena con i costumi dello stesso John Neumeier e le scene di Ferdinand Wègerbauer al Teatro dell' Opera venerdì 22 e sabato 23 settembre alle 20,30. In biglietti sono in vendita al Botteghino del Teatro: per il 22 da L 115.000 a L 30.000; per il 23 da L. 85.000 a L 20.000 - prevendita 10%). Info 06 48160255; 06 4817003.

Roma, 8 settembre 2000

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