La rivincita dei «Billy Elliot»

(16/10/2011) di Valeria Crippa

MILANO — Sarà l’effetto Black Swan e lo sfavillio dell’Oscar di Natalie Portman calatasi in pochi mesi nel tutù da étoile (ma come controfigura aveva Sarah Lane dell’American Ballet) a far sospirare le bambine d’Italia. Sarà la via crucis di sogni, sudore e suspense degli «Amici» ballerini di Maria De Filippi a catturare l’occhio indagatore dei teenager. Fatto sta che da Milano a Roma è boom del balletto. Alle porte della Scuola di ballo dell’Accademia della Scala hanno bussato 620 aspiranti per conquistare 50 ambitissimi posti (320 sono stati esaminati nella sessione di aprile, altri 300 sono stati scrutinati nelle ultime settimane). «Siamo travolti dalle richieste — ammette il direttore Frédéric Olivieri —, rispetto all’anno passato c’è stato un picco nel numero delle domande, oltre cento in più.

Ma non possiamo ammettere più di 50 ragazzi, l’organico totale degli otto anni di corso della scuola è di 192 allievi. Quantità non vuol dire qualità. Tutti sognano di entrare alla scuola della Scala perché è un simbolo dell’eccellenza italiana: chi si diploma da noi trova subito lavoro nelle migliori compagnie straniere, da Dresda a Monaco, da Berlino a Madrid». Questo piccolo esercito di ragazzi tra gli 11 e i 18 anni non si lascia scoraggiare dalla prospettiva di anni di studio, determinato a conquistare la nomina a étoile riservata a pochissimi. «Dopo gli esami dei giorni scorsi — spiega Olivieri — i ragazzi sono stati sottoposti a visita medica. Nulla è scontato: dovranno superare un mese di prova e l’esame finale. Non è solo per accedere ai primi corsi, esaminiamo anche ragazzi di 16-17 anni». Nell’arco di un paio d’anni dovrebbe realizzarsi il progetto di un campus con annessi scuola media e liceo, in grado di ospitare una sessantina di posti letto. «Le richieste arrivano soprattutto dal Sud e dalle isole, ma anche dal Veneto — prosegue Olivieri —. Tra i nostri allievi abbiamo alcuni giapponesi, sloveni, francesi. Da noi, ci si mette alla prova con coreografie da professionisti: Balanchine, Preljocaj, Forsythe, Kylián.

Gli allievi danzano non solo nei balletti e nelle opere della Scala, ma anche in trasferta: saremo a Belgrado in ottobre, a Roma in gennaio». Un altro dato sorprendente è la sensibile riduzione del gap tra allievi maschi e femmine, un colpo al cuore della tradizione di retaggio romantico che vorrebbe la figura della ballerina ancora regina assoluta della scena. «Oggi su 192 ragazzi che frequentano la Scuola, ben 90 sono maschi—conferma il direttore —. Una cifra impensabile vent’anni fa. Ora possiamo creare corsi di "passo a due" già dai primi anni. Merito della visibilità di Roberto Bolle: i ragazzi di oggi sognano di diventare come lui, le ragazze come Alessandra Ferri. Nei prossimi anni potremmo arrivare alla parità dei sessi». E per la prima volta in tempi recenti, la Scala esporta all’estero il proprio metodo: a Belgrado si studierà balletto «alla milanese», mentre il progetto «e-learning dell’Accademia » che forma insegnanti di ballo «scaligeri» via Internet sarà tradotto in inglese, per assecondare le richieste di Giappone, Corea e Cina. «Sto già lavorando per festeggiare nel 2013 l’anniversario dei 200 anni della fondazione della Scuola — annuncia Olivieri —. Vorrei riunire tutti i grandi ex allievi».

Il trend positivo del balletto junior si conferma anche alla Scuola del Teatro dell’Opera di Roma: pure qui le domande d’iscrizione hanno registrato un picco, erano 201 l’anno scorso, sono 311 quest’anno. Sono stati scelti 41 nuovi allievi che si aggiungono ai 126 già iscritti per un totale di 167 ragazzi che frequenteranno gli otto anni di corso. Anche la forbice tra maschi e femmine si riduce, però con un dato meno eclatante di Milano: sono 64 contro 106 ragazze. Nei giorni scorsi è avvenuto un cambiamento al vertice dell’istituzione capitolina: alla direttrice uscente Paola Jorio è subentrata con incarico triennale Laura Comi, ex étoile dell’Opera. Non è l’unica novità: per il vivaio romano il sovrintendente Catello De Martino ha annunciato una profonda riorganizzazione della didattica che diventerà un dipartimento a bilancio autonomo riunendo scuola di danza, orchestra giovanile e coro delle voci bianche.

Valeria Crippa
16 ottobre 2011 22:55

 Corriere della Sera

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