Intervento del Sovr.te Francesco Ernani nella Confererenza

(31/10/2000) di Renato Bossa
In piena adesione agli indirizzi di gestione economica e finanziaria del Consiglio di Amministrazione di questo Teatro, sono a presentarvi i programmi di attività artistica da realizzare nel prossimo anno.

I programmi sono stati pensati in maniera di assicurare l'impiego più confacente dei nostri complessi artistici e delle risorse professionali dei nostri tecnici, sia di laboratorio e sia di palcoscenico.

Alla definizione dell'intero progetto, che ho l'onore di presentare, hanno concorso, ovviamente, il Direttore Artistico, M° Gianni Tangucci, nonchè il M° Gianluigi Gelmetti, quale Direttore Principale, la Sig.ra Carla Fracci come Direttrice del Corpo di Ballo ed il M° Andrea Giorgi, nuovo Direttore del Coro, che sono qui presenti a testimonianza di un lavoro finalmente impostato con la dovuta partecipazione dei componenti la Direzione e nella considerazione di dover perseguire i fini istituzionali del Teatro con la migliore efficienza ed efficacia. Il M° Giorgi sostituirà, con il l° gennaio p.v., il M° Marcel Seminara, giunto alla naturale scadenza del suo contratto, al quale vanno le mie espressioni di vivo apprezzamento professionale che si estendono al M° Amedeo Amodio, ex Direttore al Corpo di Ballo.

In questi quindici mesi di mio lavoro, come Sovrintendente, al Teatro dell'Opera della Capitale ho portato avanti gli obiettivi che mi erano stati indicati, al fine di pervenire al suo rilancio artistico, organizzativo, produttivo ed al suo risanamento economico. Ero ben consapevole che la crisi del Teatro dell'Opera di Roma non concerneva i soli aspetti finanziari ma toccava aspetti di "deficit organizzativo" che doveva essere recuperato ponendovi mano. Ho sempre ritenuto che solo così la cultura di sospetto e di falsa immagine che si era sedimentata su questo Teatro, poteva essere sconfitta.

Questo difficile compito è stato seguito senza mai dimenticare l'esigenza di ricostituire un rapporto fecondo con il proprio territorio e con il proprio pubblico.

Anche gli obiettivi principali, sul piano strettamente economico, che mi erano stati rappresentati al mio arrivo a Roma e che riguardavano: il primo, la riduzione dell'incidenza dei costi fissi nelle singole manfestazioni, aumentando il numero degli spettacoli e riducendo, così, il costo medio complessivo; il secondo, la riduzione del divario tra i proventi ed i costi diretti alla produzione artistica, posso affermare che si stanno centrando.

Basterebbe, per essere confortati sulla qualità dei risultati ottenuti, esaminare i dati del bilancio d'esercizio 1999 ed i dati del pre-consuntivo del corrente anno, nei quali si sono interamente realizzati i progetti artistici che avevo ereditato.

Per Roma, il Teatro dell'Opera va considerato come questione sociale importante, alla pari di altri servizi essenziali. Il Teatro, a mio parere, non deve essere una torre d'avorio, bensì un centro di produzione artistica dal vivo, fortemente radicato nel tessuto urbano e regionale. Lo vedo come un forte motore di progetti e di possibilità d'impiego per chi è vocato alle professioni nel campo culturale ed artistico.

La missione di diffondere "la musica" e "la danza", anche nei suoi peculiari aspetti di servizio sociale; ha richiesto, inoltre, la massima trasparenza nei comportamenti della direzione del Teatro, in un sistema che ha subito la trasformazione, da Ente pubblico non economico a Fondazione di natura privata.

Il processo di cambiamento non poteva non riguardare, pertanto, anche le relazioni sindacali aziendali, nella chiarezza della distinzione dei ruoli, ma nella, forte mia convinzione dell'importanza insostituibile del ruolo partecipativo allo sviluppo del Teatro, che deve essere richiesto alle diverse categorie che vi operano.

Ed è per questo che occorre ricordare il contenuto della "dichiarazione finale", all'accordo integrativo aziendale del 1999, con il quale si è accettata la sfida di un migliore modello organizzativo avente "l'obiettivo principale di un'organizzazione del lavoro fluida, non vincolata da rigidità, capace di operare in funzione degli specifici fini del Teatro"

Il programma di attività per l'anno 2001 e le linee per i due anni successivi si basano su risorse finanziarie non superiori a quelle dell'anno corrente, e su di un maggiore numero di titoli e di rappresentazioni. Contiamo che l'attendibilità delle previsioni ci venga confermata, per gli aspetti collegati agli interventi finanziari pubblici e privati, entro il corrente anno, dando atto al Comune di Roma di aver già assicurato, tramite l'Assessore alle Politiche Culturali, Gianni Borgna, che non è qui con noi per impegni all'estero, il contributo d'esercizio per il prossimo triennio pari al contributo dell'anno corrente. Dà per conosciute le regole dell'economia dell'arte, che nel settore dell?Opera, spettacolo dal vivo, hanno dimostrato che l'andamento dei costi supera il tasso d'inflazione reale. Si conoscono, altresì, le caratteristiche specifiche del nostro prodotto, quali:

a) Il prodotto spettacolo si presenta come bene immateriale, consumato dallo spettatore nel momento stesso in cui viene realizzato. E', così, impossibile separare la produzione dalla distribuzione nè, tanto meno, può esistere la possibilità del suo immagazzinamento;

b) I costi non possono essere proporzionati al grado di riempimento della sala, in quanto il costo di una recita sarà identico, sia che vi siano in sala 200 spettatori, sia che ve ne siano 2000.

c) L'attività espletata abbisogna dell'intervento preponderante del fattore umano che non può essere ridotto; dallo stesso fattore umano, poi, dipende la qualità della realizzazione finale, senza possibilità di alternative.

E' questa una sfida, per le incertezze tuttora esistenti, non facile, che può essere superata solo con la completa dedizione verso l'organizzazione dell'attività sul piano pluriennale e con la legittimazione che ci deve venire dal consenso del nostro pubblico.

E questa dedizione, da parte di tutta la Direzione di questo Teatro, ve lo assicuro, è totale.

Non ho dimenticato, nella mia lunga attività professionale all'interno dei teatri, i seguenti due punti:

a) La rilevanza dei bisogni che il mondo dell'Opera deve soddisfare in una società avanzata;

b) Il ruolo strategico che la produzione della "musica" e della "danza", si trova ad interpretare sul sistema socio-economico di oggi.

Questo, per significare che il senso di un teatro d'opera moderno è pari al fabbisogno della modernità della società: fatti, regole, collaborazioni e partecipazioni; ciò per poter mantenere una funzione primaria nella vita culturale del nostro Paese.

L'accordo di programma con il Provveditorato agli Studi di Roma e le iniziative già promosse nei riguardi del mondo della scuola, sono segno di speranza per il ricambio del pubblico e per il miglioramento della cultura musicale nel nostro territorio.

L'accordo con le Università del Lazio, a partire da quello con l'Università di Tor Vergata rivela comportamenti di un Teatro che finalmente si è aperto ad una funzione di lunga programmazione e di prestigio culturale.

Al nostro pubblico voglio dire che stiamo lavorando per semplificare l'accesso al Teatro con la prenotazione e l'acquisto dei biglietti secondo i più moderni sistemi: dal telefono sino ad Internet.

Ai nostri abbonati daremo, non solo l'abbonamento per un anno, di musica e danza, con un sistema di pagamento diviso in due tranche, la prima che riguarda l'attivit? fino a giugno, la seconda riguarderà l'attività autunno-inverno che prevede ulteriori tre titoli.

Diamo pure notizia che i prezzi dei biglietti non saranno aumentati e che stiamo studiando un carnet di agevolazioni per gli abbonati, con riguardo alle manifestazioni fuori abbonamento e per altre iniziative di ritorno economico e/o culturale.

La rivoluzione più impressionante in molti teatri d'opera, fuori dai nostri confini, è l'apporto del sostegno dei privati. A Ginevra il numero dei componenti del "Cercle du Grand Thèàtre" ? arrivato ad oltre 250. La mia speranza è che anche a Roma, l'Associazione "Amici dell'Opera" ed altre Associazioni si avvicinino sempre più al parternariato culturale, oggi agevolato anche dal sistema di esenzione fiscale che il nostro legislatore sta varando.

Così anche a Roma lanceremo entro l'anno, come avevo già realizzato a Firenze, la campagna "Se ami la Musica sostienila", creando l'Albo dei Benemeriti e l'Albo d'Onore.

Ai nostri Soci Fondatori di diritto ed al mondo dell'impresa voglio assicurare che il capitale immateriale riferito alla qualità dei nostri complessi artistici e delle specialità tecniche si sta affinando e si sta traguardando verso la migliore espressività artistica possibile.

L'impegno di noi tutti è che il "bilancio dell'intangibile" che valuta il cambiamento e la crescita organizzativa possa costituire l'insostituibile e reale strumento di crescita del nostro Teatro, capace di restituirlo ai più alti livelli di apprezzamento sul piano locale, nazionale ed internazionale.

Vogliamo che la peculiarità di questo Teatro, "al Teatro dell'Opera di Roma è riconosciuta una particolare considerazione per la funzione di rappresentanza svolta nella Capitale dello Stato", stabilita nella legge n. 800, del 1967 e confermata dal decreto legislativo n. 134, del 1998, sia a tutti sempre ben presente.

 

Francesco Ernani

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