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SIAMO TUTTI INDIANI
Autore: Germana Baldisseri
Siamo tutti Indiani è un inno alla gioia di vivere, è un pezzo di vita quotidiana portato sulla scena, anche se questa vita è dura e sbalorditiva.
Teatro danza
Teatro Argentina
5, 6, 7 ottobre ore 21, 8 ottobre ore 17.00
Prima italiana
Regia: Alain Platel & Arne Sierens
Interpreti: Thomas Allegaert, Hakim Boulyou, Frederik Debrock, Simon Dhanens, Marie Gyselbrecht, Johan Heldenbergh, Margot Neyskens, Natasha Nicora, Lies Pauwels, Arend Pinoy, Clara Van den Broeck, Jelle Vandersteene, Lotte Vandersteene, Hanne Vandersteene, Vanessa Van Durme, Sara Van Kerschaever, Nick Van Vlaenderen.
Scenografia: Karina Lambert.
Costumi: Lieve Pynoo.
Luci: Hary Cole.
Produzione: Victoria & Les Ballets C. de la B.
Co-produzione: Romaeuropa Festival 2000 (Italia), Holland Festival Amsterdam (Paesi Bassi), Thèàtre de la Ville Paris (Francia), Salsburger Festspiele (Austria), Internationales Sommertheater Festival Hamburg (Germania), Aarhus Festival (Danimarca), Gòteborg Dans & Teater Festival (Svezia), Teatre Nacional de Catalunya Barcelona (Spagna), Theaterfestival Boulevardès Hertogenbosch (Paesi Bassi), Festival Theaterformen Braunschweig / Hannover (Germania)
Allemaal Indiaan - Siamo tutti Indiani è un inno alla gioia di vivere, è un pezzo di vita quotidiana portato sulla scena, anche se questa vita è dura e sbalorditiva.
Sul palcoscenico due case ricostruite in mattoni e una strada in cui 12 personaggi parlano muovendosi e si muovono parlando, tutti nello stesso tempo, tutti alla rinfusa. Ma non c'è caos nel diluvio di azioni che si rincorrono incalzanti da un angolo all'altro.
Tutte le piccole situazioni sono assemblate in un unico grande quadro: è il "teatro simultaneo", tipico del regista Alain Platel, in cui trovano posto diversi modi di agire e di sentire.
La vita familiare con i suoi stretti legami ci appare un po' stretta, da una parte vediamo come un fratello ed una sorella stanno sempre vicini senza lasciarsi mai, dall'altra siamo investiti dalle grida di altri due fratelli che si lanciano invettive, ecco là un pompiere che sta spegnendo l'incendio appiccato dai piccoli diavoli che si consuma nella sua casa, una ragazza esulta, ecco qui un adolescente, si chiama Kosovo.
Scene crude, rudi?
Ma è proprio questa la vita quotidiana?
Può darsi, ma è certamente la "realtà intensificata" di Alain Platel e di Arne Sierens.
"La troupe belga Victoria rivoluziona i canoni del teatro. Questo spettacolo , tanto sofisticato quanto semplice, è lo spazio dove si svolge una commedia umana di oggi - purtroppo tanto rara a teatro - che sfida le classificazioni ordinarie. Nasce così una nuova arte, una sorta di "teatro-trance" che con la sua frenesia è la migliore novità capitata sulle scene europee da molto tempo". Le Monde